Andrey Rublev ha parlato del caso di doping di Jannik Sinner, esprimendo il suo stupore per come il numero 1 al mondo sia riuscito a gestire la controversia mantenendo un livello di prestazioni incredibilmente alto. Il 27enne russo ha anche criticato le attuali regole, affermando che sono “più severe di altri sport” e spera in cambiamenti in futuro.
Rublev è arrivato tra i primi 8 per la quinta stagione consecutiva, assicurandosi due titoli, tra cui la sua seconda corona Masters 1000 al Madrid Open. All’inizio dell’anno, ha raggiunto i quarti di finale dell’Australian Open ed è stato il secondo classificato al Canadian Open a metà stagione.
Durante il suo viaggio verso la finale a Montreal, Rublev ha ottenuto la sua vittoria più notevole dell’anno battendo Jannik Sinner nei quarti di finale, 6-3, 1-6, 6-2. È stata solo la quinta sconfitta di Sinner della stagione, dato che l’italiano ha dominato il Tour nel 2024.
Rublev rimane un pilastro nelle classifiche più alte e costantemente un favorito, almeno sulla carta, nei tornei. Tuttavia, è ancora dietro giocatori come Sinner e Carlos Alcaraz, i principali contendenti negli eventi principali, il che relega Rublev a un ruolo secondario nei tornei più importanti.
Il russo ha raggiunto 10 quarti di finale del Grande Slam ma deve ancora avanzare in semifinale. Guardando al 2025, Rublev ha un’altra opportunità per dimostrare di poter fare il passo successivo, ma senza dubbio dovrà sfidare giocatori come Sinner e Alcaraz se vuole competere per i titoli più prestigiosi. Rublev ha spiegato le aree chiave in cui è ancora indietro rispetto a Sinner e Alcaraz e come sta lavorando per colmare il divario: “L’aspetto principale è, ovviamente, mentale, ma ci sono molti elementi del mio gioco [da migliorare]. Sono nella top 10, ma sono uno dei peggiori giocatori a rete!” ha detto. “Gli altri giocatori nella top 10 riescono a tirare da posizioni difficili; i miei a volte escono dal campo”. Quindi cerco di lavorare su questo tipo di dettagli, dedicando loro più tempo di prima. In passato, ero ossessionato solo dal mio dritto; oggi, sono un po’ più aperto a lavorare su altri aspetti durante l’allenamento