L’ex centrocampista della Lazio Luis Alberto insiste di non aver avuto nulla a che fare con le dimissioni di Maurizio Sarri dal club, poiché era rattristato dalla partenza del manager
Nessun ruolo nella lite con Maurizio Sarri
Per quasi tre anni, il duo ha condiviso un rapporto di amore e odio pieno di alti e bassi. L’allenatore toscano apparentemente ha perso il controllo sullo spogliatoio da qualche parte durante la stagione precedente, quindi ha deciso di dimettersi dal suo incarico a marzo, con alcuni diti puntati contro il fantasista spagnolo. Ma nella sua intervista con La Gazzetta dello Sport (tramite Calciomercato), Alberto nega tutto.
Sarri e io siamo simili, lo ha detto anche lui. Il nostro rapporto era strano, ma mi ha insegnato a difendere. Quando se n’è andato, hanno detto che era colpa mia e che l’avevo cacciato da Formello, ma non è vero. Mi è dispiaciuto quando si è dimesso.
Aveva infinite superstizioni. Lo guardavamo da lontano mentre camminava verso la sala video. Il suo passo era sempre lo stesso, la testa bassa, la schiena curva. Inoltre, lasciava sempre un pacchetto di sigarette con tre mozziconi uno sopra l’altro. Guai a chi lo toccava! Inoltre, era ossessionato dagli angoli.
Non sono in vacanza in Qatar. Siamo primi in campionato e in semifinale di coppa. L’Al-Duhail aveva già provato a prendermi l’anno scorso, ma Sarri non mi ha lasciato andare.
Luis Alberto elettrizzato per le gesta della Lazio
Lo spagnolo insiste nel voler restare legato alla Lazio e spera che vincano lo scudetto questa stagione, mentre elogia Marco Baroni, Taty Castellanos e il suo amico Pedro.
Sono contento per la Lazio, spero che vincano lo scudetto. Hanno tutto per competere. L’Inter è ancora la più forte, poi cito il Napoli, ma la Lazio è in lizza. Sarebbe un sogno vedere i giocatori della Lazio festeggiare un titolo. Ci siamo andati vicino.
Mi piace molto il calcio di Baroni. All’inizio sembrava uno sconosciuto, ma ora ammalia e stupisce tutti. E Castellanos segnerà un sacco di gol. Pedro è un fenomeno e lo è sempre stato, gli scrivo ogni volta. In estate stavano per mandarlo via, ora si parla di un rinnovo. Il nuovo stile di gioco della Lazio gli si addice, perché è libero di puntare al gol.
Rapporto con Simone Inzaghi
Alberto attribuisce anche all’attuale allenatore dell’Inter Simone Inzaghi il merito di avergli salvato la carriera nella Lazio, spiegando il rapporto speciale che c’è tra loro.
Certo che mi sarebbe piaciuto restare alla Lazio. Non me ne sarei mai andato. Nel 2016 avevo già fatto le valigie. Non ho mai giocato e quando l’ho fatto era sulle fasce, un ruolo che non avevo mai giocato in vita mia. Così ho detto al mio agente che a gennaio volevo tornare al Siviglia. Se non fosse stato per Simone Inzaghi, sarei tornato in Spagna.
Nel 2017 gli ho chiesto di andarsene, ma lui ha rifiutato. Non abbiamo mai litigato, mi capiva. Quando avevo una brutta giornata mi invitava a casa. È il numero uno in termini di gestione degli uomini. Una volta ha mandato a casa un giocatore perché aveva un problema familiare. A un allenatore così dai tutto.
Rispondendo a Claudio Lotito
Il fantasista ha ricevuto aspre critiche dal presidente della Lazio Claudio Lotito e dal direttore sportivo Angelo Fabiani per il suo comportamento negli ultimi mesi al club.
È un capitolo chiuso. L’unica questione è stata il rinnovo del contratto. È stato Lotito a venire da me per impedirmi di andare via. Ora sono sereno, non voglio parlare né di lui né dell’altro [Fabiani]. Alzo la voce quando vedo cose che non mi piacciono o ingiustizie. Non riesco a stare in silenzio. Sono diretto e istintivo.