Ne aveva già parlato Jannik Sinner nella conferenza stampa a margine del suo trionfo alle ATP Finals, ma anche Simone Vagnozzi, allenatore del giovane italiano, ha parlato della spinosa questione del doping Clostebol che ha coinvolto il suo giocatore.
Il coach del numero 1 dell’ATP, nella conferenza stampa successiva alla finale del Masters di fine anno, è stato interrogato dai giornalisti presenti in sala stampa proprio sul caso del suo giocatore risultato positivo al Clostebol e sull’attesa della sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna.
Vagnozzi ha affermato che Jannik non merita alcuna squalifica, sottolineando come il due volte campione Slam abbia fatto tutto il possibile. Il coach ha affermato che Sinner non ha sbagliato nulla, che non ha commesso errori e non poteva evitare quella cosa.
“Finché avremo la possibilità di giocare, ci concentriamo sul prossimo torneo. Ora ci sarà Malaga, arriverà pieno di energia per portare a casa l’insalatiera. Poi dovremo fermarci un po’, ricaricare le batterie e prepararci per arrivare all’Australian Open nel migliore dei modi”, ha affermato. Vagnozzi ha anche considerato il trionfo di Sinner alle ATP Finals davanti al suo pubblico come una delle vittorie più belle e speciali, al pari dei due Slam vinti. Il coach ha sottolineato che non è stato un periodo facile e che tutto il merito va a Jannik, perché scende in campo con il peso di questa situazione.
“Avremmo potuto aiutarlo a vivere questo momento nel modo migliore, concentrandoci su ciò che possiamo controllare, come scendere in campo, allenarsi e preparare bene le partite. Il nostro aiuto è stargli vicino e ricordargli che non ha fatto nulla di sbagliato e non ha nulla da rimproverarsi”, ha aggiunto.
Lo stesso Sinner ha parlato della questione doping Clostebol domenica, dopo la vittoria alle Finals. I media avevano chiesto all’italiano se fosse preoccupato per la sentenza del TAS dopo l’appello della WADA, che potrebbe far scattare una squalifica fino a due anni.
“Cerco spesso di capire cosa ho sbagliato e se c’era qualcosa che avrei potuto fare meglio. Non c’era altro modo per fare meglio. La mia squadra mi ha aiutato molto, come sapete, perché ci sono state notti in cui non ho dormito. Sono fortunato ad avere Simone Vagnozzi e Darren Cahill: abbiamo continuato a lavorare ogni giorno e siamo anche migliorati in questo periodo”, ha spiegato Jannik.
Il caso doping che ha coinvolto Sinner nei mesi scorsi è stato riaperto in seguito al ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna da parte della WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping, che ha chiesto una sospensione di 1-2 anni per il numero 1 del mondo. L’organismo dovrà dimostrare che l’italiano è effettivamente colpevole e negligente nel risultare positivo al Clostebol, una sostanza dopante vietata entrata in contatto con il suo corpo tramite il fisioterapista Giacomo Naldi. L’ex membro dello staff italiano aveva curato una ferita al mignolo della mano destra durante il torneo di Indian Wells con uno spray contenente Clostebol (all’insaputa del giocatore), massaggiando poi Jannik senza guanti. La contaminazione involontaria è stata provata con prove significative e ha permesso al nativo di San Candido di non ricevere una sospensione temporanea, vincendo entrambi gli appelli e vincendo l’udienza presso il tribunale indipendente ITIA.
A seguito dell’appello, l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha dichiarato di prendere atto della decisione dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA) di appellarsi alla sentenza di non colpevolezza o negligenza nel caso del tennista italiano Jannik Sinner, emessa da un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions il 19 agosto 2024. Ai sensi del Codice mondiale antidoping, la WADA ha il diritto finale di appellarsi a tutte tali decisioni. Dopo aver ricostruito la sequenza degli eventi a seguito di un approfondito processo investigativo, il caso è stato deferito a un tribunale completamente indipendente dall’ITIA per determinare il livello di negligenza. Il procedimento è stato condotto in conformità con le linee guida del Codice mondiale antidoping; tuttavia, l’ITIA riconosce e rispetta il diritto della WADA di presentare ricorso contro la decisione del tribunale indipendente presso la Corte arbitrale dello sport.
Qualche mese fa Jamie Singer, l’avvocato che ha assistito Jannik Sinner nel percorso che ha portato all’assoluzione da parte dell’International Tennis Integrity Agency nel caso Clostebol, quando l’italiano è risultato positivo a una delle sostanze proibite per contaminazione involontaria, ha rilasciato un’intervista esclusiva al quotidiano italiano La Gazzetta dello Sport, soffermandosi sul ricorso al TAS di Losanna presentato dall’Agenzia mondiale antidoping.
“Siamo tutti consapevoli che la WADA ha pieno diritto di prendere questa decisione, era nelle sue possibilità fare ricorso e sappiamo quanto sia complicato il lavoro di vigilanza sul doping e sull’integrità del mondo dello sport. Detto questo, riteniamo che il ricorso non fosse realmente necessario. Ma siamo rimasti sorpresi anche noi, a dire il vero. Nessuno accusa Jannik di aver ottenuto un vantaggio nelle sue prestazioni grazie al Clostebol. Per questo motivo sarebbe ingiusto penalizzarlo nella classifica o nei guadagni”, ha affermato.