L’ex centrocampista e dirigente del Milan Zvonimir Boban ha recentemente condiviso i suoi pensieri su vari argomenti relativi al suo vecchio club in un’intervista con Radio Deejay. La leggenda croata ha affrontato diversi argomenti, tra cui il suo periodo come dirigente al Milan, lo stato attuale del club e preoccupazioni più ampie nel calcio.
Riflettendo sul suo impatto nell’amministrazione calcistica, Boban ha detto: “Forse non ho fatto molto per cambiare la solita tecnocrazia e i politici del calcio che, quando si tratta di fare delle scelte, scelgono sempre la politica o i propri interessi. Non sono stato di alcuna utilità lì”.
Per quanto riguarda la controversa questione dei gruppi di tifosi organizzati e delle potenziali infiltrazioni mafiose, Boban ha commentato: “Abbiamo sempre saputo che c’erano cose strane, con molti che avevano interessi strani. Questo è preoccupante, non è facile nemmeno per i club. Non posso accusare le persone a priori di non sapere cosa hanno fatto”.
In merito alla sua partenza dalla dirigenza del Milan, Boban ha spiegato: “È stato a causa di un’intervista che ho trovato sacrosanta. Dopo qualche mese, ci siamo ritrovati senza supporto né fiducia. Volevano portare Rangnick, avevano iniziato a parlare. Non siamo riusciti a ottenere chiarimenti”.
Parlando del suo rapporto con Paolo Maldini, Boban ha dichiarato: “Abbiamo un ottimo rapporto. Paolo e io siamo amici, credo e spero che lo saremo per tutta la vita. Non ho problemi con nessuno: amo, sostengo e guardo il Milan con grande interesse”.
Quando gli è stato chiesto se nutrisse potenzialmente risentimento nei confronti del Milan, Boban ha chiarito: “Cosa c’entra il Milan? Il Milan non ha nulla a che fare con la proprietà. Se tifi il Milan, ami il Milan, e basta”.
Commentando lo stato attuale del calcio, Boban ha osservato: “Vediamo sempre meno di quegli assi che erano nelle squadre, quel romanticismo che ci è sempre piaciuto. Questa tattica stava già iniziando a prendere forma negli anni ’80”.
Riguardo alle sue partenze sia dal Milan che dalla UEFA, Boban ha riflettuto: “Probabilmente sì [non sono adatto a certi ruoli dirigenziali]. Sono stato quasi quattro anni alla FIFA, tre alla UEFA, poi bisogna guardare le cose. Ho lasciato la FIFA perché volevo provare con il Milan, vista la situazione in cui si trovava e anche perché Paolo mi aveva chiamato per aiutarlo.” Boban ha concluso affrontando il caso Diarra, affermando: “È una storia complicata, molto strana e pesante. Sembra che il ragazzo sia stato abbastanza maltrattato per le leggi applicate male. Credo nelle istituzioni, ma anche loro devono fare meglio.”